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STARITE MONSTER ATTACK! 1 DETER THE FOUR HORSEMEN! STOP THE DISEASE BROUGHT ON BY PESTILENCE! HINT1 CURE US OF THIS DISEASE. HINT2 CREATE SOMEONE TO CURE US. HINT3 WE NEED SOMEONE WHO STUDIES MEDICINE. クリア可能な言葉 DOC、NURSE 2 THE DISEASE HAS PASSED, BUT WAR HAS BROKEN OUT! FIND A WAY TO STOP THE WAR! HINT1 WHO WILL HELP END THE WAR? HINT2 WE NEED SOMEONE WHO OPPOSES WAR. HINT3 A PROTESTER COULD STOP THIS FUED. クリア可能な言葉 PROTESTER、ZEUS 3 RHE WAR HAS CEASED, BUT FAMINE HAS DEPLETED THEIR FOOD SUPPLY! HELP BY FEEDING THE NATIVES! HINT1 WE ARE STARVING. HINT2 WE OUR SO HUNGRY. HINT3 OUR FOOD SUPPLY HAS RUN OUT. HELP US. クリア可能な言葉 COW、PYTHON 4 DESPITE FILLING THEIR STOMACHS, DEATH HAS TAKEN THEM! FIND A WAY TO WARD OFF DEATH BY BRINGING THEM BACK TO LIFE! HINT1 FIND A WAY TO REVERSE DEATH. HINT2 FIND A WAY TO REVIVE US. HINT3 AN ELECTRIC SHOCK CAN RESTART A HEART. クリア可能な言葉 THUNDER、RA VOLCANO SACRIFICE! 1 THE VOLCANO IS GOING TO ERUPT! HELP SAVE THE SHAMAN S VILLAGE BY SACRIFICING OBJECTS TO THE VOLCANO GODDESS! WRITE THREE BOUNTIES OF EARTH TO THROW INTO THE VOLCANO! HINT1 SACRIFICE SOME CROPS TO THE VOLCANO. HINT2 TRY THROWING DIFFERENT FRUITS IN THE VOLCANO. HINT3 TRY THROWING DIFFERENT VEGETABLES IN THE VOLCANO, LIKE A TOMATO OR POTATO. クリア可能な言葉 CABLEGUY、STINKHORN、UNIT 2 THE VOLCANO IS STILL ANGRY! MAYBE IT US UNHAPPY WITH OUR DEPENDENCY ON TECHNOLOGY! TRY TO APPEASE IT BY WRITING MORE SACRIFICES! HINT1 SACRIFICE ELECTRONIC DEVICES TO THE VOLCANO. HINT2 TRY THINKING OF SMALL DEVICES THAT FIT IN A POCKET. HINT3 THINK OF DIFFERENT THINGS A COMPUTER HAS. クリア可能な言葉 BOMB、RIFLE 3 THE VOLCANO KEEPS RISING! PERHAPS THE VOLCANO GODDESS WANTS A MONETARY SACRIFICE! CREATE A DONATION FOR THE VOLCANO! HINT1 GIVE THE VOLCANO A DONATION. HINT2 SOME PLACES USE PRECIOUS STONES AS CURRENCY. HINT3 SCRIBBLENAUTS USES THE OLLAR AS ITS CURRENCY. クリア可能な言葉 CRYSTAL(ADJECTIVE) 4 THE OFFRINGS DID NOT WORK! NOW THE VOLCANO GODDESS HAS APPEARED AND IS DEMANDING A LOVE INTEREST! WRITE A MATE THAT SHE WILL BE HAPPY WITH! HINT1 GIVE THE GODDESS SOMEONE TO MARRY. HINT2 TRY MAKING A HUMAN THAT THE GODDESS WOULD LIKE. HINT3 SHE IS NOT TOO PICKY, TRY MAKING ANYONE. クリア可能な言葉 SCIENTIST BLACKSMITH HELP ME TEMPER THIS MAGIC SWORD! クリア可能な言葉 BROWN DRYAD THIS WAS A TERRIBLE VACATION SPOT! HELP ME WARD OFF DEHYDRATION! クリア可能な言葉 SMALL PILLAR PROVIDE THE SPARK OF LIFE! クリア可能な言葉 PETRIFIED WIZARD FREE US FROM THE COCKATRICE S PETRIFYING GAZE! クリア可能な言葉 HALFLING I FORGOT WHAT I WAS SUPPOSED TO THROW IN THIS VOLCANO! クリア可能な言葉 TITAN GIVE ME SOMETHING SO I CAN PLAY FETCH WITH MY DOG! クリア可能な言葉 CANNIBAL THROW DINNER INSIDE MY CAULDRON! クリア可能な言葉 TERATORN I NEED TO STEP OUT, BUT I CAN T LEAVE MY EGG ALONE! クリア可能な言葉 LEON MY RAY GUN NEEDS A COLDER SOURCE OF POWER! GIVE ME SOMETHING TO CHANGE MY RAY GUN INTO A FREEZE RAY! クリア可能な言葉 EXCAVATOR I STRUCK OOZE! FIND A WAY TO CONTAIN IT FOR ME! クリア可能な言葉 MY CROWN IS LOST IN THIS VOLCANO! PLEASE RETURN IT TO ME! クリア可能な言葉
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Etruscan Cuirass 日本語訳:エトルリアン キュイラス 性能 384 Armor 22% Pierce Resistance 20% Elemental Resistance 20% Poison Resistance +23 Dexterity +184 Health +209 Energy -20% Reduced to all Requirements -10% Energy Cost Required Player Level 37 Required Strength 454 解説
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Format Title Artist Label Model Number Release Press 12 今日から明日 KICK THE CAN CREW BURGERINN RECORDS BIR-1017 2001/04/25 - 192405261_624.v1385134244.jpg Side Track Title Produce A 1 今日から明日 KREVA 2 今日から明日(Inst) KREVA 3 今日から明日(Acap) KREVA B 4 今日カラ明日 KREVA 5 今日カラ明日(Inst) KREVA 6 今日カラ明日(Acap) KREVA PERTAIN CD 今日から明日
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ATTO QUARTO Parte Prima (Sala del castello dei Malatesta a Rimini Appare una sala ottagona, di pietra bigia, con cinque de suoi lati in prospetto. In alto su la nudità della pietra, ricorre un fregio di liocorni in campo d oro. Nella parete di fondo è un finestrone invetriato che guarda le montagne, fornito di sedili nello strombo. Nella parete che con quella fa angolo obliquo, a destra, è un usciolo ferrato per ove si discende alle prigioni sotterranee. Contro la corrispondente parete, a sinistra, è una panca con alta spalliera, dinanzi a cui sta una tavola lunga e stretta, apparecchiata di cibi e di vini. In ciascuna delle altre due pareti a rimpetto è un uscio; il sinistro, prossimo alla mensa, conduce alle camere di Francesca; il destro, ai corridoi e alle scale. Torno torno sono distribuiti torcieri di ferro; ai beccatelli sono appesi budrieri, corregge, turcassi, pezzi d armatura diverse, e poggiate armi in asta; picche, bigordi, spuntoni, verruti, mannaie, mazzafrusti) Scena Prima (Si vede Francesca seduta nel vano nel finestrone, e Malatestino dall Occhio in piedi davanti a lei) ▼FRANCESCA▲ Perchè tanto sei strano? Avido d ogni sangue tu sei, sempre in agguato, Nemico a tutti. In ogni tua parola È una minaccia oscura. Dove nascesti? Non ti diede latte la tua madre? E cosi giovine sei! ▼MALATESTINO▲ Tu m aizzi. Il pensiero Di te m aizzi l animo, continuamente. Sei l ira mia. (Francesca si leva ed esce dal vano della finestra come per sfuggire ad un insidia. Ella rimane presso il muro, ove brillano le armi in asta, ordinate) Ti stringerò ti stringerò alfine! (Francesca, ritraendosi lungo il muro, giunge all usciolo ferrato cui dà le spalle) ▼FRANCESCA▲ Non mi toccare, forsennato, o chiamo Il tuo fratello. Vattene! Ho pietà Di te. Sei un fanciullo perverso. ▼MALATESTINO▲ Chi vuoi tu chiamare? ▼FRANCESCA▲ Il tuo fratello. ▼MALATESTINO▲ Quale! (Francesca sussulta, udendo gingere dal profondo un grido attraverso la porta ov ella è addossata) ▼FRANCESCA▲ Chi grida? Hai udito? ▼MALATESTINO▲ Uno che deve morire. ▼FRANCESCA▲ Ah, non posso più udirlo! Anche la notte Urla, urla come un lupo; E giunge l urlo fino alla mia stanza. ▼MALATESTINO▲ Ascolta me! Giovanni Parte a vespro per la podesteria Di Pesaro. Tu gli hai apparecchiato Il viatico. Ascolta. Io posso dargli Un ben altro viatico… ▼FRANCESCA▲ Che intendi? Che intendi? Tu mi fai minaccia? O trami Un tradimento contro il tuo fratello? ▼MALATESTINO▲ Tradimento! Io credea, Mia cognata, che tal parola ardesse Le vostre labbra; e veggo le vostre labbra immuni, Ma un poco smorte. Il mio giudizio errò… (S ode di nuovo l urlo del prigioniero) ▼FRANCESCA▲ (tremante di orrore) Ah, come urla! Come urla! Chi lo tormenta? Quale strazio nuovo Hai trovato per lui? Toglilo dal tormento! Non voglio udirlo più. ▼MALATESTINO▲ Ecco, vado. Farò che voi abbiate Una notte tranquilla, il più profondo sonno, senza terrore, poi che stanotte dormirete sola… (Egli si accosta alla parete e sceglie tra le armi ordinateuna mannarina) ▼FRANCESCA▲ Che fai, Malatestino? ▼MALATESTINO▲ Giustiziere mi faccio, Per vostra volontà, mia cognata. (Esamina il filo dell acciaro; poi apre la porta ferrata il cui vano appare nero di tenebra) ▼FRANCESCA▲ Tu vai per ucciderlo? Troppo Ti pare aver dimorato, ah feroce! ▼MALATESTINO▲ Francesca, ascolta, Ascolta! Che la tua mano mi tocchi, Che i tuoi capelli si pieghino ancora Su la mia febbre, e… (S ode più lungo l urlo di sotterra) ▼FRANCESCA▲ Orrore! Orrore! (Ella si ritrae nel vano della finestra, si siede, e poggiati i cubiti su le ginocchia, pone la testa fra le palme, fissa) ▼MALATESTINO▲ (bieco) Tal sia di voi. (Egli strappa da un torciere la torcia. Posa la mannaia a terra, prende l acciarino, lo batte e accende la torcia) O cognata, buon vespro! (La donna resta immobile, come se non udisse. Egli raccatta l arme ed entra nel buio, col suo tacito passo felino, tenendo nella sinistra mano la torcia ardente. Scompare. La piccola porta rimane aperta. Francesca si leva a guarda per entro al vano dileguarsi il bagliore. Subitamente corre alla soglia e chiude rabbrividendo. L uscio ferrato stride, nel silenzio. Ella si volge e fa qualche passo lento, a capo chino, come gravata da un grave peso) ▼FRANCESCA▲ (sommessamente, entro di sè) Il più profondo sonno! Scena Seconda (Lo Sciancato entra tutto in arme. Scorge la sua donna, e va a lei) ▼GIANCIOTTO▲ Mia cara donna, voi m attendevate? Perchè tremate e siete così smorta? (Egli le prende le mani) Gelida siete di paura. Perchè? ▼FRANCESCA▲ Malatestino era da poco entrato quando udì Gridare il prigioniero; E, nel vedermi sbigottita, Fu preso d ira e si precipitò Per quella porta alla prigione, armato D una mannaia, risoluto a ucciderlo. Feroce Egli è, quel fratel vostro, mio signore, E non m ama. ▼GIANCIOTTO▲ Perchè or dite che non v ama? ▼FRANCESCA▲ Non so. Mi sembra. ▼GIANCIOTTO▲ Forse vi dimostrò mal animo? ▼FRANCESCA▲ Egli è un fanciullo; e, come Il giovane mastino, Ha bisogno di mordere… Venite. Signore, a ristorarvi Prima di mettervi a cavallo. ▼GIANCIOTTO▲ Forse Malatestino… ▼FRANCESCA▲ Via, perchè pensate A quel che dissi leggermente? Venite a ristorarvi. Prenderete la via della marina? (Gianciotto è pensoso, mentre segue Francesca verso la tavola apparecchiata. Si toglie il bacinetto, si sfibbia la gorgiera, e dà gli arnesi alla donna che li depone su una scranna con atti di subitanea grazia favellando) Cavalcherete sotto la frescura. Innanzi mezzanotte nascerà La Luna. Quando giungerete a Pesaro, Messere il Podestà? ▼GIANCIOTTO▲ Domani in su la terza. (Egli si sfibbia il cingolo che sostiene lo stocco, e la donna lo riceve) ▼FRANCESCA▲ E gran tempo dimorerete, senza tornare? (S ode il grido terribile di Montagna salire di sotterra. Francesca trasale e lascia cadere lo stocco, che esce dalla guaina) ▼GIANCIOTTO▲ È fatto. Non vi sbigottite, Donna. Il silenzio viene. Dio si prenda così Tutte le teste dei nemici nostri. (S ode battere alla piccola porta ferrata. Francesca balza in piedi, getta lo stocco su la mensa, e si volge per uscire) ▼FRANCESCA▲ Torna Malatestino. Io non voglio vederlo. ▼LA VOCE DI MALATESTINO▲ Chi ha chiuso? Cognata, siete là? M avete chiuso? (Batte più forte col piede) ▼GIANCIOTTO▲ Aspetta, aspetta, che t apro. ▼LA VOCE DI MALATESTINO▲ Ah, Giovanni! Aprimi, che ti porto un buon frutto maturo pel tuo viatico; Un fico settembrino. E come pesa! Affrettati! (Lo Sciancato va ad aprire. Francesca segue con gli occhi per qualche attimo il passo di lui claudicante; poi si ritrae verso la porta che conduce alle sue stanze. Esce) ▼GIANCIOTTO▲ Ecco, vengo. Scena Terza (Gianciotto apre ed appare sulla soglia angusta Malatestino tenendo nella sinistra mano la torcia accesa e reggendo, per il cappio di una legatura di corda, la testa di Montagna avviluppata in un drappo) ▼MALATESTINO▲ (porgendo la torcia al fratello) Tieni, fratello spegnila. (Gianciotto spegne la fiamma stridula soffocandola sotto la pianta del piede) Era teco la tua moglie? ▼GIANCIOTTO▲ (rudemente) Era meco. Che vuoi da lei? ▼MALATESTINO▲ Tu sai dunque che sia Questo frutto ch io porto alla tua mensa? ▼GIANCIOTTO▲ Non hai temuto di disobbedire al padre? ▼MALATESTINO▲ Senti come pesa! Senti! (Egli porge il cappio allo Sciancato; il quale la prende a prova, e poi lascia cadere il viluppo che fa un tonfo sordo sul pavimento) Fa caldo! (Si asciuga la fronte sudata. Gianciotto è di nuovo seduto a mensa) Su, dammi da bere. (Egli tracanna una coppa che è già piena. Gianciotto è cupo in sembiante e mastica in silenzio, a capo chino, senza inghiottire il boccone, muovendo la mascella come il bue che ruguma. L uccisore di Montagna si siede là dov era seduta Francesca. Il viluppo sanguinoso è immobile sul pavimento. Pel finestrone vi vede il sole calare sopra l Appennino affocando le vette a le nuvole) Sei crucciato? Non ti crucciare meco, Giovanni. Io ti son fido. Tu ti chiami Gianciotto Et io son quel dall Occhio… (Si tace un instante, perfidamente) Ma Paolo è il Bello! (Gianciotto leva il capo e fissa gli occhi in faccia all giovinetto. Nel silenzio s ode tintinnire lo sperone al piede ch egli agita sul pavimento) ▼GIANCIOTTO▲ Ciarliero sei divenuto anche tu. (Malatestino fa l atto di versarsi altro vino. Il fratello gli trattiene il polso) Non bere. Ma rispondimi. Che cosa Hai tu fatto a Francesca? ▼MALATESTINO▲ Io? Che ti disse mai ella? ▼GIANCIOTTO▲ Hai mutato di colore. ▼MALATESTINO▲ Che mai tu disse? ▼GIANCIOTTO▲ Ma rispondimi! ▼MALATESTINO▲ (simulando di smarrirsi) Io… non posso risponderti. ▼GIANCIOTTO▲ Bada, Malatestino! Guai a chi tocca la mia donna! ▼MALATESTINO▲ (con voce sorda e ciglio basso) E se il fratello vede che taluno Tocca la donna del fratello, e n ha Sdegno, e s adopra perchè l onta cessi, Dimmi, pecca egli? E se, per questo, accusato è d avere Contro alla donna mal animo, dimmi Giusta è l accusa? (Gianciotto sobbalza terribile, ed alza i pugni come per schiacciare il giovinetto. Ma si contiene le braccia gli ricadono) ▼GIANCIOTTO▲ Malatestino, castigo d inferno, Se non vuoi ch io ti strappi L altr occhio per cui l anima tua bieca Offende il mondo, parla! (Malatestino s alza e va, col suo tacito passo felino, alla porta che è presso la tavola. Sta in ascolto per alcuni attimi; poi apre l uscio repentinamente, con un gesto rapidissimo, e guata. Non scopre nessuno. Torna a porsi di contro al fratello) Parla! ▼MALATESTINO▲ Non ti stupisti quando taluno, che partitosi era In dicembre, improvviso abbandonò L ufficio del Comune Et a febbraio era già di ritorno? (S ode scricchiolare una delle coppe d argento, che si schiaccia nel pugno dello Sciancato) ▼GIANCIOTTO▲ Paolo? No, No! Non è. (Egli si leva in piedi, si toglie dalla tavola; ed erra per la stanza, torvo, con lo sguardo annebbiato. Urta a caso contro i viluppo funebre. Va verso il finestrone le cui vetrate lampeggiano nel tramonto afoso. Si siede sul sedile e si prende la testa fra le mani come per raccogliere il pensiero in un punto. Malatestino intanto gioca con lo stocco, sguainando a mezzo e ringuainando) Malatestino. Vieni. (Il giovinetta si accosta, leggiero e presto, senza alcun strepito, quasi abbia i piedi fasciati di feltro. Gianciotto lo avviluppa con le braccia, lo serra fra le sue ginocchia, armate, gli parla con l alito contro l alito) Sei certo? L hai veduto? ▼MALATESTINO▲ Sì. ▼GIANCIOTTO▲ Come? Quando? ▼MALATESTINO▲ Più volte entrare… ▼GIANCIOTTO▲ Entrare dove? ▼MALATESTINO▲ Entrare nella camera… ▼GIANCIOTTO▲ E poi? Non basta. Egli è Cognato. Intrattenersi può. ▼MALATESTINO▲ Di notte. Non mi far male, per Dio! Non mi stringere così Lasciami! (Egli si divincola, pieghevole) ▼GIANCIOTTO▲ Ho udito bene? Tu hai detto… Ripeti! ▼MALATESTINO▲ Sì, di notte, di notte l ho veduto. ▼GIANCIOTTO▲ Ti fiacco le reni, se tu menti. ▼MALATESTINO▲ Di notte entrare, all alba escire. Vuoi tu vedere e toccare? ▼GIANCIOTTO▲ Bisogna, se ami scampare dalla mia tanaglia Mortale. ▼MALATESTINO▲ Vuoi stanotte? ▼GIANCIOTTO▲ Voglio! Parte Seconda (Riappare le camera adorna, con il letto incortinato, con la tribuna dei musici, col leggio che regge il libro chiuso. Quattro torchi di cera ardono su uno dei candelieri di ferro; due doppieri ardono sul deschetto. Le vetrate della finestra sono aperte alla notte serena. Sul davanzale è il testo del basilico; e accanto è un piatto dorato, pieno di grappoli d uva novella) Scena Prima (Si vede Francesca, per mezzo alle cortine disgiunte, supina sul letto ove s è distesa senza spogliarsi. Le donne, bianco vestite, avvolte il viso di leggere bende bianche, sono sedute su le predelle basse; e parlano sommessamente per non destare la dama. Presso di loro, su uno scannello, sono posate quattro lampadette d argento spente) ▼ADONELLA▲ L ha colto il sonno. Dorme. ▼BIANCAFIORE▲ Sì dorme. Ah, com è bella! Questa notte Madonna non ci fa cantare. ▼ALTICHIARA▲ È stanca. ▼ADONELLA▲ Il prigioniero non urla più. ▼GARSENDA▲ Messer Malatestino gli ha tagliata la testa. ▼ALTICHIARA▲ Dici il vero? ▼GARSENDA▲ Si, oggi, innanzi vespro. ▼ALTICHIARA▲ Come lo sai? ▼GARSENDA▲ Me l ha detto Smaragdi. ▼ADONELLA▲ Ora cavalcano per la marina, Sotto le stelle, con quella testa mozza! ▼GARSENDA▲ Ah, si respira in questa casa, Or che se ne sono iti lo zoppo e l orbo! Scena Seconda (Francesca getta un grido di spavento, balza dal letto e fa l atto di fuggire come inseguita selvaggiamente, agitando le mani su i fianchi come per liberarsi dalla presa) ▼FRANCESCA▲ Oh! No, no! Non son io! Non son io! Ahi! Ahi! M azzannano, aiuto! Mi strappano il cuore, aiutami, Paolo! (Ella sussulta, s arresta e torna in sè, pallida, affannata, mentre le donne le sono intorno sbigo ttite a confortarla) ▼GARSENDA▲ Madonna, Madonna, noi siamo qui. Vedete, Madonna, siamo noi. ▼ALTICHIARA▲ Non vi prendete spavento. ▼ADONELLA▲ Non c è nessuno. Siamo noi qui. Nessuno vi fa male, Madonna. ▼FRANCESCA▲ Che ho detta? Ho chiamato? Che ho fatto, mio Dio? ▼ADONELLA▲ Avete fatto qualche sogno tristo, Madonna. ▼GARSENDA▲ Ora è finito. Siamo noi qui. Tutto è in pace. ▼FRANCESCA▲ È tardi? ▼GARSENDA▲ Saranno forse quattr ore di notte. ▼ADONELLA▲ Volete, Madonna, acconciarvi il capo per la notte? ▼FRANCESCA▲ No, non ho più sonno. Aspetterò. ▼GARSENDA▲ Sciogliervi i calzaretti? ▼ADONELLA▲ Profumarvi? ▼FRANCESCA▲ No, voglio rimaner così. Non ho più sonno. Andate, andate. Intanto io leggerò. Togli un doppiere, Garsenda. Ora andate. Tutte bianche siete! (Francesca apre il libro. Ciascuna delle bianco vestite toglie la sua lampadetta d argento sospesa a uno stelo uncinato. Donella per la prima va verso l alto candeliere e sollevandosi su la punta dei piedi, accende il lucignolo a uno dei torchi, S inchina ed esce, mentre Francesca la segue con gli occhi. Garsenda fa il medesimo atto. Altichiara fa il medesimo. Escono tutti. Ultima resta Biancofiore; ed ella anche fa l atto d accendere la sua lampada; ma com è più piccola delle altre, non giunge alla fiammella del torchio) ▼FRANCESCA▲ O Biancofiore, piccola tu sei! Non arrivi ad accendere la tua lampadetta. Tu sei la più tenera, piccola colomba! (Biancofiore si volge sorridente) Vieni. (La giovine si appressa. Francesca le accarezza i capelli) Come sei bionda! Tu somigli la mia Samaritana, Ti ricordi tu di Samaritana? ▼BIANCAFIORE▲ Sì, Madonna. La sua dolcezza non s oblia. Nel cuore Serbata io l ho, con gli angeli. ▼FRANCESCA▲ Era dolce La mia sorella, è vero, Biancofiore? Ah, s io l avessi meco, se stanotte ella Facesse il suo piccolo letto accanto al mio! ▼BIANCAFIORE▲ Voi piangete, Madonna. ▼FRANCESCA▲ Sùbito sbigottiva anch ella, e udivo Batterle il cuore. E diceva "O sorella Odimi resta ancora con me! Resta Con me, dove nascemmo! Non te n andare! Non m abbandonare!" ▼BIANCAFIORE▲ O Madonna, Madonna, il cuore mi passate, quale malinconia vi tiene? ▼FRANCESCA▲ Va, non piangere! Tenera sei. Accendi la tua lampada E vattene con Dio. (Biancofiore accende il lucignolo al doppiere, e si china a baciare le mani di Francesca) Via, non piangere. Passano i pensieri Tristi. Tu canterai domani. Va. (La giovine si volge verso la porta e cammina lentamente) ▼BIANCAFIORE▲ Dio vi guardi, Madonna! Scena Terza (S ode il rumore dell uscio che si richiude. Francesca, rimasta sola, muove qualche passo verso la portiera si sofferma, in ascolto) ▼FRANCESCA▲ E così vada s è pur mio destino! (Trasale udendo battere leggermente alla porta. Spegne col soffio il doppiere; va anelante; chiama sommessa) O Smaragdi! O Smaragdi! ▼LA VOCE DI PAOLO▲ Francesca! (Ella apre con un gesto veemente. Con l anelito della sete ella si getta nelle braccia dell amante) Scena Quarta ▼FRANCESCA▲ Paolo! Paolo! ▼PAOLO▲ O mia vita, non fu mai tanto folle Il desiderio mio di te. Sentivo Già venir meno dentro al core gli spiriti Che vivono degli occhi tuoi. La forza Mi si perdeva nella notte, uscitami Dal petto, come un fiume Terribile di sangue fragorosa; E paura ne avea l anima mia. (Più e più volte lei reclinata bacia sui capelli appassionatamente) ▼FRANCESCA▲ Perdonami, perdonami! Un sonno duro più d una percossa Mi spezzò l anima Come uno stelo e parvemi giacere Su le pietre perduta. Perdonami, perdonami, Amico dolce! Risvegliata m hai, Liberata da ogni Angoscia. E non è l alba; Le stelle non tramontano sul mare; La state non è morta; e tu sei mio, Et io son tutta tua, E la gioia perfetta È nell ardore della nostra vita. (L amante la bacia e ribacia insaziabile) ▼PAOLO▲ Rabbrividisci? ▼FRANCESCA▲ Aperta è la porta, e vi passa L alito della notte. Non lo senti? Chiudi la porta. (Paolo chiude la porta) ▼PAOLO▲ Vieni, vieni, Francesca! Ore di gaudì Lunghe ci son davanti. Ti trarrò, ti trarrò dov è l oblio. E la notte et il dì saran commisti Sopra la terra come sopra un solo Origliere. Più non avrà potere Sul desiderio il tempo fatto schiavo. (Egli trae Francesca verso i cuscini di sciamito, presso il davanzale) ▼FRANCESCA▲ Baciami gli occhi, baciami le tempie E le guance e la gola… Tieni, e i posli e le dita… Così… Prendimi l anima e riversala. ▼PAOLO, FRANCESCA▲ Dammi la bocca. Ancora! Ancora! Ancora! (La donna è abbandonata su i guanciali, immemore, vinta. A un tratto, nell alto silenzio, un urto violento scuote l uscio, come se taluno vi dia di petto per abbatterlo. Sbigottiti, gli amanti sobbalzano e si levano) ▼LA VOCE DI GIANCIOTTO▲ Francesca, apri! Francesca! (La donna è impietrata dal terrore. Paolo cerca con gli occhi intorno, tenendo la mano al pugnale. Lo sguardo va al maniglio della cateratta) ▼PAOLO▲ (a bassa voce) Fa cuore! Fa cuore! Io mi getto giù Per quella cateratta, e tu vai ad aprirgli. Ma non tremare! (Egli apre la cateratta. L uscio sembra schiantarsi agli urti iterati. Paolo fa per gettarsi giù, mentre la donna gli obbedisce e va ad aprire vacillando) ▼LA VOCE DI GIANCIOTTO▲ Apri, Francesca, pel tuo capo! Apri! (Aperto l uscio, Gianciotto tutto in arme e coperto di polvere, si precipita nella camera furibondo, cercando con gli occhi il fratello. Subito s accorge che Paolo, stando fuori del pavimento con il capo e le spalle, si divincola ritenuto per la talda della sopravvesta a un ferro de la cateratta. Francesca, a quella vista inattesa, getta un grido acutissimo, mentre lo Sciancato si fa sopra l adultero e lo afferra per i capelli forzandolo a risalire. La donna gli s avventa al viso minacciosa) ▼FRANCESCA▲ Ah lascialo! Lascialo! Me, me prendi! Eccomi! (Il marito lascia la presa. Paolo balza dall altra parte della cateratta e snuda il pugnale. Lo Sciancato indietreggia, sguaina lo stocco e gli si avventa addosso con impeto terrible. Francesca in un baleno si getta tramezzo ai due; ma, come il marito tutto si grava sopra il colpo e non può ritenerlo, ella ha il petto trapassato dal ferro, barcolla, gira su sè stessa volgendosi a Paolo che lascia cadere il pugnale e la riceve tra le braccia) ▼FRANCESCA▲ (morente) Ah, Paolo! (Lo Sciancato per un attimo s arresta, vede la donna stretta al cuore dell amante che con le sue labbra le suggella le labbra spiranti. Folle di dolore e di furore, vibra al fianco del fratello un altro colpo mortale. I due corpi allacciati vacillano accennando di cadere non danno un gemito; senza sciogliersi, piombano sul pavimento. Lo Sciancato si curva in silenzio, piega con pena uno de ginocchi; su l altro spezza lo stocco sanguinoso) ATTO QUARTO Parte Prima (Sala del castello dei Malatesta a Rimini Appare una sala ottagona, di pietra bigia, con cinque de suoi lati in prospetto. In alto su la nudità della pietra, ricorre un fregio di liocorni in campo d oro. Nella parete di fondo è un finestrone invetriato che guarda le montagne, fornito di sedili nello strombo. Nella parete che con quella fa angolo obliquo, a destra, è un usciolo ferrato per ove si discende alle prigioni sotterranee. Contro la corrispondente parete, a sinistra, è una panca con alta spalliera, dinanzi a cui sta una tavola lunga e stretta, apparecchiata di cibi e di vini. In ciascuna delle altre due pareti a rimpetto è un uscio; il sinistro, prossimo alla mensa, conduce alle camere di Francesca; il destro, ai corridoi e alle scale. Torno torno sono distribuiti torcieri di ferro; ai beccatelli sono appesi budrieri, corregge, turcassi, pezzi d armatura diverse, e poggiate armi in asta; picche, bigordi, spuntoni, verruti, mannaie, mazzafrusti) Scena Prima (Si vede Francesca seduta nel vano nel finestrone, e Malatestino dall Occhio in piedi davanti a lei) FRANCESCA Perchè tanto sei strano? Avido d ogni sangue tu sei, sempre in agguato, Nemico a tutti. In ogni tua parola È una minaccia oscura. Dove nascesti? Non ti diede latte la tua madre? E cosi giovine sei! MALATESTINO Tu m aizzi. Il pensiero Di te m aizzi l animo, continuamente. Sei l ira mia. (Francesca si leva ed esce dal vano della finestra come per sfuggire ad un insidia. Ella rimane presso il muro, ove brillano le armi in asta, ordinate) Ti stringerò ti stringerò alfine! (Francesca, ritraendosi lungo il muro, giunge all usciolo ferrato cui dà le spalle) FRANCESCA Non mi toccare, forsennato, o chiamo Il tuo fratello. Vattene! Ho pietà Di te. Sei un fanciullo perverso. MALATESTINO Chi vuoi tu chiamare? FRANCESCA Il tuo fratello. MALATESTINO Quale! (Francesca sussulta, udendo gingere dal profondo un grido attraverso la porta ov ella è addossata) FRANCESCA Chi grida? Hai udito? MALATESTINO Uno che deve morire. FRANCESCA Ah, non posso più udirlo! Anche la notte Urla, urla come un lupo; E giunge l urlo fino alla mia stanza. MALATESTINO Ascolta me! Giovanni Parte a vespro per la podesteria Di Pesaro. Tu gli hai apparecchiato Il viatico. Ascolta. Io posso dargli Un ben altro viatico… FRANCESCA Che intendi? Che intendi? Tu mi fai minaccia? O trami Un tradimento contro il tuo fratello? MALATESTINO Tradimento! Io credea, Mia cognata, che tal parola ardesse Le vostre labbra; e veggo le vostre labbra immuni, Ma un poco smorte. Il mio giudizio errò… (S ode di nuovo l urlo del prigioniero) FRANCESCA (tremante di orrore) Ah, come urla! Come urla! Chi lo tormenta? Quale strazio nuovo Hai trovato per lui? Toglilo dal tormento! Non voglio udirlo più. MALATESTINO Ecco, vado. Farò che voi abbiate Una notte tranquilla, il più profondo sonno, senza terrore, poi che stanotte dormirete sola… (Egli si accosta alla parete e sceglie tra le armi ordinateuna mannarina) FRANCESCA Che fai, Malatestino? MALATESTINO Giustiziere mi faccio, Per vostra volontà, mia cognata. (Esamina il filo dell acciaro; poi apre la porta ferrata il cui vano appare nero di tenebra) FRANCESCA Tu vai per ucciderlo? Troppo Ti pare aver dimorato, ah feroce! MALATESTINO Francesca, ascolta, Ascolta! Che la tua mano mi tocchi, Che i tuoi capelli si pieghino ancora Su la mia febbre, e… (S ode più lungo l urlo di sotterra) FRANCESCA Orrore! Orrore! (Ella si ritrae nel vano della finestra, si siede, e poggiati i cubiti su le ginocchia, pone la testa fra le palme, fissa) MALATESTINO (bieco) Tal sia di voi. (Egli strappa da un torciere la torcia. Posa la mannaia a terra, prende l acciarino, lo batte e accende la torcia) O cognata, buon vespro! (La donna resta immobile, come se non udisse. Egli raccatta l arme ed entra nel buio, col suo tacito passo felino, tenendo nella sinistra mano la torcia ardente. Scompare. La piccola porta rimane aperta. Francesca si leva a guarda per entro al vano dileguarsi il bagliore. Subitamente corre alla soglia e chiude rabbrividendo. L uscio ferrato stride, nel silenzio. Ella si volge e fa qualche passo lento, a capo chino, come gravata da un grave peso) FRANCESCA (sommessamente, entro di sè) Il più profondo sonno! Scena Seconda (Lo Sciancato entra tutto in arme. Scorge la sua donna, e va a lei) GIANCIOTTO Mia cara donna, voi m attendevate? Perchè tremate e siete così smorta? (Egli le prende le mani) Gelida siete di paura. Perchè? FRANCESCA Malatestino era da poco entrato quando udì Gridare il prigioniero; E, nel vedermi sbigottita, Fu preso d ira e si precipitò Per quella porta alla prigione, armato D una mannaia, risoluto a ucciderlo. Feroce Egli è, quel fratel vostro, mio signore, E non m ama. GIANCIOTTO Perchè or dite che non v ama? FRANCESCA Non so. Mi sembra. GIANCIOTTO Forse vi dimostrò mal animo? FRANCESCA Egli è un fanciullo; e, come Il giovane mastino, Ha bisogno di mordere… Venite. Signore, a ristorarvi Prima di mettervi a cavallo. GIANCIOTTO Forse Malatestino… FRANCESCA Via, perchè pensate A quel che dissi leggermente? Venite a ristorarvi. Prenderete la via della marina? (Gianciotto è pensoso, mentre segue Francesca verso la tavola apparecchiata. Si toglie il bacinetto, si sfibbia la gorgiera, e dà gli arnesi alla donna che li depone su una scranna con atti di subitanea grazia favellando) Cavalcherete sotto la frescura. Innanzi mezzanotte nascerà La Luna. Quando giungerete a Pesaro, Messere il Podestà? GIANCIOTTO Domani in su la terza. (Egli si sfibbia il cingolo che sostiene lo stocco, e la donna lo riceve) FRANCESCA E gran tempo dimorerete, senza tornare? (S ode il grido terribile di Montagna salire di sotterra. Francesca trasale e lascia cadere lo stocco, che esce dalla guaina) GIANCIOTTO È fatto. Non vi sbigottite, Donna. Il silenzio viene. Dio si prenda così Tutte le teste dei nemici nostri. (S ode battere alla piccola porta ferrata. Francesca balza in piedi, getta lo stocco su la mensa, e si volge per uscire) FRANCESCA Torna Malatestino. Io non voglio vederlo. LA VOCE DI MALATESTINO Chi ha chiuso? Cognata, siete là? M avete chiuso? (Batte più forte col piede) GIANCIOTTO Aspetta, aspetta, che t apro. LA VOCE DI MALATESTINO Ah, Giovanni! Aprimi, che ti porto un buon frutto maturo pel tuo viatico; Un fico settembrino. E come pesa! Affrettati! (Lo Sciancato va ad aprire. Francesca segue con gli occhi per qualche attimo il passo di lui claudicante; poi si ritrae verso la porta che conduce alle sue stanze. Esce) GIANCIOTTO Ecco, vengo. Scena Terza (Gianciotto apre ed appare sulla soglia angusta Malatestino tenendo nella sinistra mano la torcia accesa e reggendo, per il cappio di una legatura di corda, la testa di Montagna avviluppata in un drappo) MALATESTINO (porgendo la torcia al fratello) Tieni, fratello spegnila. (Gianciotto spegne la fiamma stridula soffocandola sotto la pianta del piede) Era teco la tua moglie? GIANCIOTTO (rudemente) Era meco. Che vuoi da lei? MALATESTINO Tu sai dunque che sia Questo frutto ch io porto alla tua mensa? GIANCIOTTO Non hai temuto di disobbedire al padre? MALATESTINO Senti come pesa! Senti! (Egli porge il cappio allo Sciancato; il quale la prende a prova, e poi lascia cadere il viluppo che fa un tonfo sordo sul pavimento) Fa caldo! (Si asciuga la fronte sudata. Gianciotto è di nuovo seduto a mensa) Su, dammi da bere. (Egli tracanna una coppa che è già piena. Gianciotto è cupo in sembiante e mastica in silenzio, a capo chino, senza inghiottire il boccone, muovendo la mascella come il bue che ruguma. L uccisore di Montagna si siede là dov era seduta Francesca. Il viluppo sanguinoso è immobile sul pavimento. Pel finestrone vi vede il sole calare sopra l Appennino affocando le vette a le nuvole) Sei crucciato? Non ti crucciare meco, Giovanni. Io ti son fido. Tu ti chiami Gianciotto Et io son quel dall Occhio… (Si tace un instante, perfidamente) Ma Paolo è il Bello! (Gianciotto leva il capo e fissa gli occhi in faccia all giovinetto. Nel silenzio s ode tintinnire lo sperone al piede ch egli agita sul pavimento) GIANCIOTTO Ciarliero sei divenuto anche tu. (Malatestino fa l atto di versarsi altro vino. Il fratello gli trattiene il polso) Non bere. Ma rispondimi. Che cosa Hai tu fatto a Francesca? MALATESTINO Io? Che ti disse mai ella? GIANCIOTTO Hai mutato di colore. MALATESTINO Che mai tu disse? GIANCIOTTO Ma rispondimi! MALATESTINO (simulando di smarrirsi) Io… non posso risponderti. GIANCIOTTO Bada, Malatestino! Guai a chi tocca la mia donna! MALATESTINO (con voce sorda e ciglio basso) E se il fratello vede che taluno Tocca la donna del fratello, e n ha Sdegno, e s adopra perchè l onta cessi, Dimmi, pecca egli? E se, per questo, accusato è d avere Contro alla donna mal animo, dimmi Giusta è l accusa? (Gianciotto sobbalza terribile, ed alza i pugni come per schiacciare il giovinetto. Ma si contiene le braccia gli ricadono) GIANCIOTTO Malatestino, castigo d inferno, Se non vuoi ch io ti strappi L altr occhio per cui l anima tua bieca Offende il mondo, parla! (Malatestino s alza e va, col suo tacito passo felino, alla porta che è presso la tavola. Sta in ascolto per alcuni attimi; poi apre l uscio repentinamente, con un gesto rapidissimo, e guata. Non scopre nessuno. Torna a porsi di contro al fratello) Parla! MALATESTINO Non ti stupisti quando taluno, che partitosi era In dicembre, improvviso abbandonò L ufficio del Comune Et a febbraio era già di ritorno? (S ode scricchiolare una delle coppe d argento, che si schiaccia nel pugno dello Sciancato) GIANCIOTTO Paolo? No, No! Non è. (Egli si leva in piedi, si toglie dalla tavola; ed erra per la stanza, torvo, con lo sguardo annebbiato. Urta a caso contro i viluppo funebre. Va verso il finestrone le cui vetrate lampeggiano nel tramonto afoso. Si siede sul sedile e si prende la testa fra le mani come per raccogliere il pensiero in un punto. Malatestino intanto gioca con lo stocco, sguainando a mezzo e ringuainando) Malatestino. Vieni. (Il giovinetta si accosta, leggiero e presto, senza alcun strepito, quasi abbia i piedi fasciati di feltro. Gianciotto lo avviluppa con le braccia, lo serra fra le sue ginocchia, armate, gli parla con l alito contro l alito) Sei certo? L hai veduto? MALATESTINO Sì. GIANCIOTTO Come? Quando? MALATESTINO Più volte entrare… GIANCIOTTO Entrare dove? MALATESTINO Entrare nella camera… GIANCIOTTO E poi? Non basta. Egli è Cognato. Intrattenersi può. MALATESTINO Di notte. Non mi far male, per Dio! Non mi stringere così Lasciami! (Egli si divincola, pieghevole) GIANCIOTTO Ho udito bene? Tu hai detto… Ripeti! MALATESTINO Sì, di notte, di notte l ho veduto. GIANCIOTTO Ti fiacco le reni, se tu menti. MALATESTINO Di notte entrare, all alba escire. Vuoi tu vedere e toccare? GIANCIOTTO Bisogna, se ami scampare dalla mia tanaglia Mortale. MALATESTINO Vuoi stanotte? GIANCIOTTO Voglio! Parte Seconda (Riappare le camera adorna, con il letto incortinato, con la tribuna dei musici, col leggio che regge il libro chiuso. Quattro torchi di cera ardono su uno dei candelieri di ferro; due doppieri ardono sul deschetto. Le vetrate della finestra sono aperte alla notte serena. Sul davanzale è il testo del basilico; e accanto è un piatto dorato, pieno di grappoli d uva novella) Scena Prima (Si vede Francesca, per mezzo alle cortine disgiunte, supina sul letto ove s è distesa senza spogliarsi. Le donne, bianco vestite, avvolte il viso di leggere bende bianche, sono sedute su le predelle basse; e parlano sommessamente per non destare la dama. Presso di loro, su uno scannello, sono posate quattro lampadette d argento spente) ADONELLA L ha colto il sonno. Dorme. BIANCAFIORE Sì dorme. Ah, com è bella! Questa notte Madonna non ci fa cantare. ALTICHIARA È stanca. ADONELLA Il prigioniero non urla più. GARSENDA Messer Malatestino gli ha tagliata la testa. ALTICHIARA Dici il vero? GARSENDA Si, oggi, innanzi vespro. ALTICHIARA Come lo sai? GARSENDA Me l ha detto Smaragdi. ADONELLA Ora cavalcano per la marina, Sotto le stelle, con quella testa mozza! GARSENDA Ah, si respira in questa casa, Or che se ne sono iti lo zoppo e l orbo! Scena Seconda (Francesca getta un grido di spavento, balza dal letto e fa l atto di fuggire come inseguita selvaggiamente, agitando le mani su i fianchi come per liberarsi dalla presa) FRANCESCA Oh! No, no! Non son io! Non son io! Ahi! Ahi! M azzannano, aiuto! Mi strappano il cuore, aiutami, Paolo! (Ella sussulta, s arresta e torna in sè, pallida, affannata, mentre le donne le sono intorno sbigo ttite a confortarla) GARSENDA Madonna, Madonna, noi siamo qui. Vedete, Madonna, siamo noi. ALTICHIARA Non vi prendete spavento. ADONELLA Non c è nessuno. Siamo noi qui. Nessuno vi fa male, Madonna. FRANCESCA Che ho detta? Ho chiamato? Che ho fatto, mio Dio? ADONELLA Avete fatto qualche sogno tristo, Madonna. GARSENDA Ora è finito. Siamo noi qui. Tutto è in pace. FRANCESCA È tardi? GARSENDA Saranno forse quattr ore di notte. ADONELLA Volete, Madonna, acconciarvi il capo per la notte? FRANCESCA No, non ho più sonno. Aspetterò. GARSENDA Sciogliervi i calzaretti? ADONELLA Profumarvi? FRANCESCA No, voglio rimaner così. Non ho più sonno. Andate, andate. Intanto io leggerò. Togli un doppiere, Garsenda. Ora andate. Tutte bianche siete! (Francesca apre il libro. Ciascuna delle bianco vestite toglie la sua lampadetta d argento sospesa a uno stelo uncinato. Donella per la prima va verso l alto candeliere e sollevandosi su la punta dei piedi, accende il lucignolo a uno dei torchi, S inchina ed esce, mentre Francesca la segue con gli occhi. Garsenda fa il medesimo atto. Altichiara fa il medesimo. Escono tutti. Ultima resta Biancofiore; ed ella anche fa l atto d accendere la sua lampada; ma com è più piccola delle altre, non giunge alla fiammella del torchio) FRANCESCA O Biancofiore, piccola tu sei! Non arrivi ad accendere la tua lampadetta. Tu sei la più tenera, piccola colomba! (Biancofiore si volge sorridente) Vieni. (La giovine si appressa. Francesca le accarezza i capelli) Come sei bionda! Tu somigli la mia Samaritana, Ti ricordi tu di Samaritana? BIANCAFIORE Sì, Madonna. La sua dolcezza non s oblia. Nel cuore Serbata io l ho, con gli angeli. FRANCESCA Era dolce La mia sorella, è vero, Biancofiore? Ah, s io l avessi meco, se stanotte ella Facesse il suo piccolo letto accanto al mio! BIANCAFIORE Voi piangete, Madonna. FRANCESCA Sùbito sbigottiva anch ella, e udivo Batterle il cuore. E diceva "O sorella Odimi resta ancora con me! Resta Con me, dove nascemmo! Non te n andare! Non m abbandonare!" BIANCAFIORE O Madonna, Madonna, il cuore mi passate, quale malinconia vi tiene? FRANCESCA Va, non piangere! Tenera sei. Accendi la tua lampada E vattene con Dio. (Biancofiore accende il lucignolo al doppiere, e si china a baciare le mani di Francesca) Via, non piangere. Passano i pensieri Tristi. Tu canterai domani. Va. (La giovine si volge verso la porta e cammina lentamente) BIANCAFIORE Dio vi guardi, Madonna! Scena Terza (S ode il rumore dell uscio che si richiude. Francesca, rimasta sola, muove qualche passo verso la portiera si sofferma, in ascolto) FRANCESCA E così vada s è pur mio destino! (Trasale udendo battere leggermente alla porta. Spegne col soffio il doppiere; va anelante; chiama sommessa) O Smaragdi! O Smaragdi! LA VOCE DI PAOLO Francesca! (Ella apre con un gesto veemente. Con l anelito della sete ella si getta nelle braccia dell amante) Scena Quarta FRANCESCA Paolo! Paolo! PAOLO O mia vita, non fu mai tanto folle Il desiderio mio di te. Sentivo Già venir meno dentro al core gli spiriti Che vivono degli occhi tuoi. La forza Mi si perdeva nella notte, uscitami Dal petto, come un fiume Terribile di sangue fragorosa; E paura ne avea l anima mia. (Più e più volte lei reclinata bacia sui capelli appassionatamente) FRANCESCA Perdonami, perdonami! Un sonno duro più d una percossa Mi spezzò l anima Come uno stelo e parvemi giacere Su le pietre perduta. Perdonami, perdonami, Amico dolce! Risvegliata m hai, Liberata da ogni Angoscia. E non è l alba; Le stelle non tramontano sul mare; La state non è morta; e tu sei mio, Et io son tutta tua, E la gioia perfetta È nell ardore della nostra vita. (L amante la bacia e ribacia insaziabile) PAOLO Rabbrividisci? FRANCESCA Aperta è la porta, e vi passa L alito della notte. Non lo senti? Chiudi la porta. (Paolo chiude la porta) PAOLO Vieni, vieni, Francesca! Ore di gaudì Lunghe ci son davanti. Ti trarrò, ti trarrò dov è l oblio. E la notte et il dì saran commisti Sopra la terra come sopra un solo Origliere. Più non avrà potere Sul desiderio il tempo fatto schiavo. (Egli trae Francesca verso i cuscini di sciamito, presso il davanzale) FRANCESCA Baciami gli occhi, baciami le tempie E le guance e la gola… Tieni, e i posli e le dita… Così… Prendimi l anima e riversala. PAOLO, FRANCESCA Dammi la bocca. Ancora! Ancora! Ancora! (La donna è abbandonata su i guanciali, immemore, vinta. A un tratto, nell alto silenzio, un urto violento scuote l uscio, come se taluno vi dia di petto per abbatterlo. Sbigottiti, gli amanti sobbalzano e si levano) LA VOCE DI GIANCIOTTO Francesca, apri! Francesca! (La donna è impietrata dal terrore. Paolo cerca con gli occhi intorno, tenendo la mano al pugnale. Lo sguardo va al maniglio della cateratta) PAOLO (a bassa voce) Fa cuore! Fa cuore! Io mi getto giù Per quella cateratta, e tu vai ad aprirgli. Ma non tremare! (Egli apre la cateratta. L uscio sembra schiantarsi agli urti iterati. Paolo fa per gettarsi giù, mentre la donna gli obbedisce e va ad aprire vacillando) LA VOCE DI GIANCIOTTO Apri, Francesca, pel tuo capo! Apri! (Aperto l uscio, Gianciotto tutto in arme e coperto di polvere, si precipita nella camera furibondo, cercando con gli occhi il fratello. Subito s accorge che Paolo, stando fuori del pavimento con il capo e le spalle, si divincola ritenuto per la talda della sopravvesta a un ferro de la cateratta. Francesca, a quella vista inattesa, getta un grido acutissimo, mentre lo Sciancato si fa sopra l adultero e lo afferra per i capelli forzandolo a risalire. La donna gli s avventa al viso minacciosa) FRANCESCA Ah lascialo! Lascialo! Me, me prendi! Eccomi! (Il marito lascia la presa. Paolo balza dall altra parte della cateratta e snuda il pugnale. Lo Sciancato indietreggia, sguaina lo stocco e gli si avventa addosso con impeto terrible. Francesca in un baleno si getta tramezzo ai due; ma, come il marito tutto si grava sopra il colpo e non può ritenerlo, ella ha il petto trapassato dal ferro, barcolla, gira su sè stessa volgendosi a Paolo che lascia cadere il pugnale e la riceve tra le braccia) FRANCESCA (morente) Ah, Paolo! (Lo Sciancato per un attimo s arresta, vede la donna stretta al cuore dell amante che con le sue labbra le suggella le labbra spiranti. Folle di dolore e di furore, vibra al fianco del fratello un altro colpo mortale. I due corpi allacciati vacillano accennando di cadere non danno un gemito; senza sciogliersi, piombano sul pavimento. Lo Sciancato si curva in silenzio, piega con pena uno de ginocchi; su l altro spezza lo stocco sanguinoso) Zandonai,Riccardo/Francesca Da Rimini
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前ページ次ページゼロのTrickster chapter1 回廊 「会えなくても、ただひたすら待ち続けるということがどれほど大変なのかは分かっています。それでも私は待つことにします」 俯いて、沈んでいたネペトリの表情が、ふと凛としたものになる。 彼女の傍らには、呪われた運命を背負っていた愛しい存在が地に伏している。 三頭の猛々しい巨龍へと変えられたエンキクラドュス。プレメイア王国の女王ネペトリのかつての姿であるポルティナから、その命の火が消えるまで彼女を愛し続けていた。 「……その出会いが、たとえ来世の出来事だとしても、私の運命の相手にお会いできるその日まで待ち続けるつもりです」 ――ただ、彼女は待っていただけであった。 自分の運命の相手を、永久に愛する存在を。ウェーブの掛かったブロンドの髪が、彼女から相応以上に落ち着いた雰囲気を滲み出しているが、その心は幼い少女そのもののようであった。 そうして待っていた先には、運命の相手の死と、海神ポセイドンの求婚を受け入れる自分自身。 ――これからは、どのみち誰でも構わないのです。 ネペトリが告げた言葉に、ドラコは悔しさを隠しきれずに、頭を垂れてしまった。彼女を見ることすらできない。 ただ運命の流れを見ている存在でしかない。どれ程の力があろうとも、これほど自分が無力に感じたことはなかった。 「お元気、で」 すでに何を言えばいいのか、彼女に謝罪も、励ます言葉も浮かばなかった。 それでもネペトリの瞳は、潤むことなく真っ直ぐにこちらを直視している。慈愛に満ちた、濃い緑の瞳は本当に自分を見てくれているのだろうか? いくら考えたところで、ドラコの中で答えが出ることはなかった。 蜃気楼の中にいるような感覚を覚える。すべてが幻だったら。幻覚だったらと。 それでも、目の前に悠然と佇む彼女は幻ではない、そこに存在しているのだ。事実がドラコの胸を締め付けて、後悔の苦悶に苛まれていた。 それからドラコは、ネペトリに別れを告げてから暗闇へと向かった。 運命の女神たちに再び会うために。永遠の呪いが断ち切られたエンキクラドュスと、その運命の渦にいるネペトリの未来を問うために。 島の崖にある巨大な渦に、海の精霊から貰った鱗と共に飛び込むと、女神たちのいる海底の洞窟へと向かうことができる。 そして、知りたいことは他にもある。 (ハルコンとネペトリを守る……そして、十六人の守護者たちの審判) 恐らくだが、ドラコには後者の予想は付いていた。もしかしたら、すでにその審判を受けているはずなのだから。 首から掛けてあるダイヤモンド、アレキサンドライトの守護リングがその考えに答えるように淡い光を発する。 (もし、本当にネペトリを守ることが出来るなら……) 自分もその運命の渦に飲み込まれよう。そうして、これ以上彼女を苦しませないように、解き放ってあげたい。 エンキクラドュスの最後の言葉が脳裏に蘇ってくる。 『運命の女神に会って、伝えてほしい。もうネペトリと俺の運命が交わることが無いようにしてくれと。彼女を俺の呪われた運命から解放して自由にしてやってくれと……』 彼に対する供養になるのかもしれない。それが自己満足であることは分かっている。 それでも、エンキクラドュスの言葉を伝えて、ネペトリの未来を問わなければいけない。二人のために。 意を決して、ドラコは断崖から見下ろす巨大な渦へと身を投げ出した。 水面に落ちて、激しく揺さぶられる自身の身体と、徐々に深みに飲み込まれていく感覚。 ふと浮かぶ仲間たちの姿を思い出して、それからドラコの意識は深淵へと落ちていった――。 前ページ次ページゼロのTrickster
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期間限定ガチャの Welcome to Halloween!アクセ で入手出来るコスチューム一覧です。 ◆ガチャ一覧 に戻る ◆アイテム数 ノーマル レ ア 贈り物 合 計 9 6 4 19 ◆確率 ノーマル レア 通常 960/1000 40/1000 3倍 880/1000 120/1000 5倍 800/1000 200/1000 青色はレアアイテム、赤色はサラリの贈り物限定アイテムです。赤文字はサラリの贈り物でも入手可能です。 ◆ガチャアイテム一覧 アイテム 画像 アイテム 画像 頭 魔女の帽子 喜 頭 魔女の帽子 哀 頭 魔女の帽子 怒 頭 パンプキンシニョンキャップ 紫 頭 パンプキンシニョンキャップ 青 頭 パンプキンシニョンキャップ 赤 他 ジャックランタンフレーム オレンジ 他 ジャックランタンフレーム レッド 他 ジャックランタンフレーム パープル 背 ハロウィンゲート ピンク 背 ハロウィンゲート ブルー 背 ハロウィンゲート イエロー 他 Happy Halloween! Orange 他 Happy Halloween! Blue 他 Happy Halloween! Purple 壁 Welcome to Halloween 朝 壁 Welcome to Halloween 夕 服 Trick or Treat? Purple 服 Trick or Treat? White アイテム 画像 アイテム 画像 ◆サラリの贈り物 (抜き出し) 《その他の景品》 Welcome toHalloween朝 Welcome toHalloween夕 Trick orTreat?Purple Trick orTreat?White ▲ページTOPへ
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:HURRICANE LIGHTNING系列のELEMENTAL ENHANCEMENT SPELLS。 LIGHTNINGを放ち続けると、敵の弓矢を弾くハリケーンを呼び寄せる。ハリケーンは敵が近い程大きなダメージを与える。 Lv1の時点で10ダメージとそれなりの威力がある上、全方位への範囲攻撃なので火力アップ効果は高い。LIGHTNINGメインでいくのであれば、習得可能になったらすぐに取りたい。 多少画面が見辛くなるのが珠に瑕。 レベル ダメージ マナコスト 1 10 0.2 2 3 4 5 6 7 8
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https://w.atwiki.jp/thecockrockshockpop/pages/1366.html
http //www.myspace.com/imperialstateelectric member Nicke Andersson Imperial State Electric Imperial State Electric 2010年6月9日 ( HD ) 1. A Holiday From My Vaction / 2. Lord Knows I Know That It Ain t Right / 3. Resign / 4. Throwing Stones / 5. I ll Let You Down / 6. I Got All Day Long / 7. Lee Anne / 8. Deja Vu / 9. Together In The Darkness / 10. Alive / 11. Diseased Pieces Of My Heart / 12. Redemption s Gone
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RED BRICK レンガですがなにか? コメント 名前 コメント すべてのコメントを見る